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Ode “a te e famiglia!”

Gentili Lettori, Care Lettrici

Come di consueto giunge l’obbligo natalizio accompagnato dai doverosi silenzi che trovano fauci e membra impegnati in forzate masticazioni e singolari curl.

Gomiti alzati, bicchieri innalzati, stoviglie schioppettanti, non di meno pance brontolanti chi per troppo abbondare, chi perché ancora sta ad aspettare.

E mai siano stati più sinceri i nostri auguri, rifuggano mali con incalzanti scongiuri.
Gaviscon, Maloox e Bioanacid, qualunque sia la vostra panacea, spero proprio sia essa stata almeno di gioia una lieta marea.
Parenti, amici e serpenti tutti sotto al Natale sembran miti agnelli e sorrisi e canti fanno di questi baccanali lieti miraggi.
Lontan da noi sian mali, malanni e malati, lontan da noi dispiaceri e dispiaciuti.
Lontan da voi tutti gli scarsi tributi.

Con queste preghiere e soavi pensieri mi accingo a scriver quanto di più bello ci sia nel funesto periodo del “a te e famiglia”, di quel numero mai salvato che con serrata mascella ci induce al messaggio, ma anche di quanta gioia si può trovare nello scortare al cuore genti lontane, persone nuove, amicizie datate.

Solo il pensiero ci fa star uniti tutti, anche se mai abbastanza e mai come vorremmo. Ed è con rinnovato spirito che siamo qui riuniti sotto il mio albero di baffi, a sfiorar le mani delle gentil signore e ad accarezzar le gote dei gentiluomini, sperando che, bagnati di fortuna e champagne, ci siano gioie eterne per ognuno di noi e che l’effige nostra di coraggio, in tre parole: sole, cuore, amore (In hoc signo vinces), vi porti ciò che desiderate perché “all i want for Christmas is you” e perché a Natale puoi fare quello che non puoi fare mai se wishy a you a Merry Chirstmas and e eppy gnu (con le corna scaramanticamente utili) IEAR e aspettando la Befana che tutte le feste si porta via, vi salutano i Re Magi… e se non ci vediamo buona Pasqua e buon Ferragosto.
Insomma auguri.

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