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L’esaltazione del femmineo: Gucci Milano moda uomo

Un ossimoro che trova la sua dimensione nella collezione primavera estate 2016 presentata alla Milano Moda Uomo da Gucci.

In questa visione onirica Gucci esalta l’Es femmineo dell’uomo primavera estate 2016, in un mix di fit seventy e movenze eteree, talvolta espressamente androgine. Rompe degli schemi che inevitabilmente tenderanno al ricucirsi, un’analisi, forse, di una società rinnovata nel pensare, seppur influenzata da quella cultura post rivoluzionaria degli anni settanta di Ugo Tognazzi e Marcel Serrault. Schermata 2015-07-14 alle 03.21.01 Una Cage aux Folles ricca di elementi che invadono e destrutturano la realtà. Immobile nel suo tempo, figura quelle linee di confine con una dimensione quotidiana, ponendosi al di là del comune senso dell’estetico maschile. Eppure critica, con forte e vivace intuizione, quello stereotipo condiviso di una virilità non più scritta da “rutto libero e birrozzo” ma il nouveau homme, che passa facilmente tanto dall’estetista quanto dalla beauty farm. Schermata 2015-07-14 alle 03.26.59
Programma una realtà sconfinata in cui i concetti di parità sessuale includono non solo i generi, ma anche le tendenze e raccontano di una mascolinità contemporanea; criticabile? Esistente e reale! Parte di un realismo iper critico che urla all’emancipazione definendo forse nuovi ghetti e nuovi nemici: mai fu più pesante il giorno in cui l’essere umano imparò ad assegnare inutili categorie, definendo così con epiteti ed offese ciò che è diverso dal proprio sé. Forse Gucci decanta la diversità in forme e colori, in jabot e gonne, in chemisier e zampe d’elefante. Forse solo oggi, nella dimensione multiculturale in cui segniamo differenze anziché apprezzare uguaglianze, questa sfilata racconta un mondo nuovo quanto l’esistenza dello stesso.
Tutto si muove in una macchina del tempo, quel tempo che pare esser talmente tanto ciclico che alla fine si è tornati nel passato, una ventata di allegrie cromatiche, jabot, stampe floreali e ispirazioni nel mélange tra figli dei fiori e radical chic. Un tocco di androgina adrenalina, che vede satiri trasformarsi in muse. Dopo gli anni della ricerca “del gusto del testosterone”, si ricerca il rilascio delle endorfine. Morbidi tessuti di rara bellezza e liquide espressioni di una contemporaneità che farà ripercorre la genialità di una rivoluzione. Il bisogno disperato di cambiamento, forse più di forma mentis che di costume. Giustamente provocatoria, accende l’animo verso realtà che ormai ci appartengono solo nell’intimo del nostro pensare. Provoca come fu provocatorio negli anni settanta quel geniale film e che paradossalmente torna oggi ancor più provocatorio ed irriverente.

 

 

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