#FashionExpress – #MFW: Massimo Alba
Come si rinnova il tempo, quali sono i suoi segni e del suo scorrere quale sia il dolce che passa lungo il viso. In epoca priva di pensieri profondi, in epoca in cui le parole, amaramente conquistate, si svuotano del loro contenuto, la collezione di Massimo Alba è una ricerca costante che rimbalza tra idiomi, poeti, lingue e lini, cotoni e stile intramontabile.
Un linguaggio dove il tema dello specchio diventa il catalizzatore non tanto del temuto riflesso, quanto dell’animo attraverso i cui filati si incornicia il cuore. Nell’affrontare il viaggio tra i capi di Massimo Alba, non si sente solo il lavoro prezioso o la qualità della materia, ma il valore tematico, ieratico, spirituale di quel progetto; un punto di connessione tra realtà spuria moderna e interiorità vissuta. Un protagonismo silente dove la centralità dello sperato deve, necessariamente, sforzarsi di non esser soffocata dal pensiero ricorrente del quotidiano, dove la nostra intimità fluttua scientemente, o forse no, tra le vie circondati da storiche architetture, in rovina come le nostre rughe ed Ego fintamente maestosi, come un moderno grattacielo che vorrebbe esser Reggia di Caserta ma non ce l’ha fatta.
Le parole vestono e riempiono di contenuto la collezione, e con gli iconici fazzoletti ci portano un intimo pensiero, ogni giorno un mantra diverso sul quale riflettere (in ogni senso) se stessi o su se stessi. Il dialogo con la realtà è fatto quindi di un’autonomia, di una sorta di indipendenza dal chiassoso fragore della fashion week e vibra di una forza storica fatta dell’etimo più ricercato dell’esistenza; un voler andare alle radici, a quella parte radicale dove costruiamo il “noi”, quel quadro ed i suoi colori con i quali ogni giorno rappresentiamo la nostra vita.
“Ogni giorno dipingo il quadro della mia vita con quella tavolozza che è il mio armadio”. Acquerelli, olii e tempere, spennellati da Massimo Alba nel costruire un affresco sontuoso alla profondità introspettiva dell’io che però non pretende di definirsi come un Giudizio Universale, ma cerca, anzi, di svincolare l’universale dalla voglia disumana del categorizzare, per ridar valore al potere universale del particolare, dell’individuo, del suo cuore e della sua anima.
Potrei continuare all’infinito, cercando di aiutarmi a capire sempre più il valore etico, morale, artistico e filosofico che si cela dietro ad ogni filo. Ma spero in cuor mio che la prossima volta che sceglierete una camicia, una t-shirt o un caftano, siate in grado di vedere chiaramente quale meravigliosa opera d’arte state scegliendo di esser per quel giorno e spero di cuore che il vostro intimo tributo all’arte del vivere sia visto con l’amore col quale lo avete creato da chi vi vedrà solcar le vie delle vostre strade.
“Ad ogni cosa il suo nome anche per quelle che un nome non lo hanno
Anche per quelle che una frase non l’avranno
Non solo per chi ama o per chi odia
Ma una parola sola:
Divora”
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