#FashionExpress – #MFW: Iceberg
Iceberg gioca con le saturazioni dei colori, con le dinamiche cromatiche a contrasto e complementari, alternando i fluo ai colori caldi, le terre ai celesti, il mattone al metallizzato. Non manca alcuna citazione cromatica nella struttura poetica della sfilata.
Con una metrica incalzante, si iconicizza il tema color block dove ogni componente assume una pienezza estetica quasi indipendente l’una dall’altra. Materiali tecnici si sposano con tessuti di pregio che si strutturano in silhouette marcate da trasparenze e giochi di volumi.
Non perde in tutta questa ricerca di stili cromatici il suo legame con lo street wear e si identifica in un pubblico contemporaneo con cenni che si fanno portatori universali di stile. Unica nota volutamente dissonante, sono gli elementi a righe che cingono alcuni modelli che evocano il tema marinaretto, come a voler citare una composizione artistica: talvolta la serie delle donne in spiaggia di Botero, talvolta la spiaggia misteriosa di De Chirico, senza trascurare atteggiamenti alla Mondrian che rivediamo nella disposizione dei colori a blocchi.
Concedetemi un ultima riflessione, questa volta più generica e derivante dal mio occhio di osservatore, ormai sempre più distante e distaccato da quel fremito vibrante che fa tacchettare dietro ad un seating o per un posto in front row. Mi sono sempre chiesto quanto di questi volti tanto ansimanti alla fine durano, quanto sono durato io, vent’anni. Vent’anni nel silenzio, quasi nell’ombra, pochi successi che hanno fatto della mia pena uno sfogo tanto mio quanto (spero soprattutto in passato) per il grande genio creativo dei designer, stilisti, artisti che ho provato a raccontare con il mio tratto desueto. Un tributo al valore “arte” nella moda, scritto con l’umile consapevolezza del mio mero sguardo, la mia grossolana penna, con la quale ho cercato in questi anni di raccontare l’universo artistico delle sfilate, i pensieri che da esse possono scaturire, le intime riflessioni, nei tempi passati fiere e rigorose, oggi sempre più schiacciate dal peso del silenzio di questo mondo al mio narrare. Un sottile rigo che finché avrò la forza voglio continuare a raccontare, non fosse per voi quanto per me stesso. Perché la grande verità che pochi vedono abbagliati dalle luci della passerella è che ogni look è un tributo all’arte. Sono fiero di aver fatto il mio, di aver dato e di dare una visione unica a questo mondo. Da vent’anni e speriamo per altri venti e più.
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