
Un’Alchemica Chimera: Sara Wong
Alchemica chimera di asiatiche metafore: questa la definizione più sintetica che interpreta la narrazione stilistica della sfilata di Sara Wong per la Milano Fashion Week 2025.
Un grido sussurrato tra poesia e materia che echeggia nei meandri di una metropolitana buddista con lo scorrere frenetico del quotidiano che incontra il silenzio riflessivo del Buddha.
Un grido all’interiorità alla ricerca di un costante equilibrio fatto di armonia e tessuti, di eleganze e trasparenze, di focosi ruggiti e silenziosi pensieri; così, attraverso questa chimera filosofica e stilistica, Sara Wong racconta il suo desiderio di unire il mondo sotto il peso del pensiero spirituale che da oriente viaggia verso un materialismo ostentato, facendosi faro di lucida ed esoterica speranza.
L’energia ed il tema del cambiamento che ogni vibrazione crea nell’universo, si ripercuotono sulla morbidezza estetica e ricreano sinuosità fluide e atemporali. L’albero della Bodhi ed il fiore dalle sette foglie, simboli cari all’armonia buddista, consacrano preziosi ricami e donano un mistico sodalizio poetico tra moda e pensiero. Il nostro, mondo così concentrato sul materico, perde di vista l’immateriale ma quel “essenziale invisibile agli occhi” diventa forma in una collezione votata al bello come punto di contatto tra i mondi passati presenti e futuri. Una sorta di multiverso ieratico nel quale la donna di questa passerella si fa portatrice di una trascendenza, quella vibrazione armoniosa sulle increspature di una sorgente di montagna.
La preziosità dei materiali e la loro varietà materica, di consistenze, continua a raccontare i mondi antagonisti dello spirito e del terreste. Pura filosofia della bellezza, in cui l’abito si fa contenitore di una profondità concettuale e dove la grazia non traspare tra le rouge e le trasparenze ma si incarna in fluidi movimenti e simboli esoterici; esoterici, proprio perché necessitano di quella quota riflessiva che non si può limitare alla scollatura o ad un tacco, ma si rende preghiera quotidiana al proprio Io, ricerca dell’equilibrio tra forma e sostanza, il portar con sé oggetti come le perle di Bodhi tanto nel gusto accessorio, quanto in un religioso momento di pausa dal metropolitano frenetico staccando spirito e corpo dal conformismo urban.
Il tutto si traduce con silhouette trasversali che ripercorrono icone del passato con cenni che richiamano la belle epoque, il bon ton, il gala; un tributo insomma all’universo della moda come idea e concetto fuori da tempo e spazio. E di fatto entrambi questi temi, tempo e spazio, sono grandezze fisiche misurabili solo nel momento in cui il mondo dello spirito e delle idee prende le redini del gioco e, in quella dimensione dove spirito e sogno regnano, esse sono solo speculazione insesitente ed inquantificabile. Questo il luogo in cui fluttua fluida la collezione di Sara Wong.
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