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Il grande deserto dell’uomo digitale di ETRO

Segni di un’identità, quella di ETRO, che è sempre inconfondibile. I deserti della moda uomo parlano di natività digitale.

Linee e curve solcano i deserti, tanto quelli del Sahara quanto quelli della dimensione dell’essere umano. Su ogni suo dito, su ogni sua mano, Etro racconta quella sfera dell’uomo pubblico, quasi Habermassiano, che si confronta con il proscenio della quotidianità, in cui, senza dimensioni alternative, si misura con la realtà disarmantemente nota. Tutti uguali seppur diversi, quella diversità biologica rappresentata dalla unicità del nostro corpo, tanto unico quest’ultimo, quanto conformante nella sua versione 2.0.
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Etro, racconta i colori della pelle, che si traducono nella semplicità di nuances apparentemente monocromo, che rivelano la loro identità attraverso delicate, uniche decorazioni. La palette si muove sinuosa verso le meraviglie del deserto, luogo geografico che si immagina privo di variazioni, ma che, nella sua realtà, offre calde distese di meravigliose alternative pittoriche. Quadri, che nella loro semplicità, prendono vita e movimento dietro a suggestive impressioni; surreali luoghi alla Dalì dove rivive l’inconfondibilità dell’uomo Etro. Dita e mani che forgeranno la realtà della moda uomo, costruendo la sua quotidianità dietro a sculture di un’illusoria conformità.
Il digitale deserto; luogo surreale, scritto nel DNA individuale che si traduce in sillogismo per analizzare la realtà di una vita di condivisioni intime e quotidiane. Oggi l’abitudine al digitale, a quella che ormai definiamo realtà virtuale, ha un’impronta –digitale– che ci illude di esser attori reali di una dimensione irreale.

 

 

TKS TO ETRO PRESSOFFICE – LUCREZIA LUPI

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