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Que moi ici: l’incontro tra natura e bellezza in un accessorio

L’incontro con Antonella Quattrone ha tutto il sapore della sorpresa inaspettata, di un mondo che non attendeva altro che essere scoperto.

Quella della giovane designer calabrese, ideatrice del brand “Que moi ici” è una creatività sostenibile, un’innovazione che va oltre il significato fisico di un accessorio, rivestendolo di poesia. È la seconda vita delle cose che si fa strada, sinonimo di rinascita che crea “ispirazioni da indossare”. Cotone, corde, materiali naturali o riciclate vivono in una filosofia che scruta il passato nel suo essere un calderone di valori artigianali ma, al contempo, accetta la sfida della contemporaneità. Ecco, allora, un sapiente mix di eco sostenibilità e culto della bellezza per gioielli che si spogliano del semplice ruolo di accessori e diventano espressione di uno stato d’animo.

Antonella Quattrone 1 (1)
Chi è Antonella Quattrone?
Sono una designer, un’anima dedita all’arte in ogni sua forma e declinazione. Sono tutta la poesia che sento di avere dentro e la passione di compiere ogni giorno il mio piccolo miracolo

Da chi ha ereditato tale passione?
Mia nonna era sarta, una di quelle donne tutte d’un pezzo, legata alle tradizioni. Da lei ho ereditato moltissimo. La passione è già scritta in noi, è una sorta di finestra sull’anima, la difficoltà è solo riuscire ad entrare in comunicazione con essa. Quando siamo coscienti di essere soprattutto anima, la passione ci guida sulla via maestra.

Definisce le sue creazioni “ispirazioni da indossare”: da dove arriva il principio creatore?
Tutto ciò che creo, che realizzo, è concepito in base ad un incipit che è riflesso d’anima. Il principio creatore è lo stesso che muove la mano sulla penna, nel momento in cui il sentire diviene verso. “Le ispirazioni da indossare” sono il risultato e l’effetto di una causa interiore, un moto dell’anima che si concretizza nelle creazioni.

Quanto la cultura e la storia della tua terra sono presenti nelle sue creazioni?
Il creare è il risultato di un “sentire” ad alte frequenze. Quindi odori, tradizioni, paesaggi, costumi e usi della mia terra sono ingredienti necessari e salienti della mia ispirazione. Amo la mia terra, la Calabria con le sue contraddizioni. La cultura e la storia calabresi ci sono e rappresentano la proiezione di qualcosa che fa della contraddizione elemento basilare e caratteristico. Que Moi Ici è questo: un contrasto che sposa un ossimoro.

Chi è la donna protagonista delle creazioni Que Moi Ici?
E’ una donna che ama se stessa e si proietta nel mondo attraverso la ricerca del particolare. Una donna attenta, che ama la ricercatezza, mai scontata e che predilige la raffinata eleganza unita alla sobria essenzialità.

Si dice che le cose abbiano sempre una storia da raccontare. Nel caso delle sue creazioni, ogni gioiello è composto di materiali che oltre a incarnare una tradizione del passato, hanno una loro storia personale. Quali sono, allora, i materiali scelti e su che criterio?
Prediligo le materie naturali. I miei gioielli sono realizzati in “ eco – design”. Sono il risultato di una sintesi tra la ricerca del bello, inteso nella sua più pura accezione estetica, in simbiosi con il rispetto per l’ambiente, l’attenzione alla filiera del riciclo, del riutilizzo pulito dei materiali e dell’eco sostenibilità e dell’impazzo zero. Accade quindi che materie prime come la seta, il cotone, la rafia, la corda, solo per citarne alcuni, sono elementi indispensabili per creare, e declinare, quel famoso ossimoro che in sè racchiude la filosofia di Que Moi Ici. La materia “povera” diviene elemento lussuoso, si impreziosisce grazie alla lavorazione a taglio sartoriale, ricercata, elaborata, fino al punto da rendere un elemento semplice una creazione particolare.

Nota maggiore attenzione nei confronti del design eco sostenibile? Come sono stati accolti i suoi gioielli?
Sì, riscontro ultimamente quest’attenzione anche da parte delle grandi griffe e di molti brand. Un tema delicato e da non sottovalutare, troppe volte però si fa solo retorica. La materia di per sè in natura è ciclica, questo è un passaggio fondamentale che l’uomo non deve trascurare, poiché elemento fondamentale per mantenere gli equilibri di madre natura intatti. Oltre ad essere una necessità personale ed interiore, creare in eco design significa anche avere una coscienza civile. Sui temi del rispetto dell’ambiente è necessaria maggior sensibilizzazione. L’eco sostenibilità non è qualcosa di impalpabile e lontano dal senso del bello. I miei gioielli sono la prova concreta che possiamo ottenere risultati incredibili, ed estaticamente unici, rispettando l’ambiente, ricercando nella semplicità di un materiale naturale la grandezza, e la completezza, di ciò che la natura ci offre.

Proviamo a raccontare le collezioni usando i 4 elementi della natura. Que moi ici nell’acqua, aria, terra e fuoco…come sarebbe?
Que Moi Ici è effetto particolare di una causa che è strettamente natura. L’acqua, l’aria, la terra e il fuoco sono elementi intrinsecamente racchiusi nelle mie collezioni. Que Moi Ici nell’acqua si concretizza in flusso perpetuo e dinamico, che ogni mia creazione ha in sé, la fluida semplicità, il corrispondersi continuo tra lo spazio e il tempo, le mie creazioni in quanto naturali sono durevoli e poliedriche. Una sorta di eterno ritorno perpetuo, per dirla alla maniera di Nietzsche. Que Moi Ici nell’aria si identifica con la dualità degli opposti che si completano, che divengono complemento imprescindibile. La ricercatezza dei miei gioielli è il prodotto di una splendida apparente discrasia, unire materiali più pregiati ad altri più poveri, più grezzi, è aria. Que Moi Ici nella terra si specchia in ciò che visivamente, nell’immediato offrono le mie creazioni, un risultato che è a materialità degli elementi naturali che si uniscono grazie a diverse tecniche. Que Moi ici nel fuoco si ri riflette nella totalità di sinergie che danno vita ad ogni gioiello. Il fuoco è elemento che rappresenta la perfezione, l’armonia, elemento imprescindibile in ogni mia creazione, e la compiutezza come prerogativa di qualcosa che non ha fine nel tempo.

C’è ancora un interesse nei confronti della tradizione tessile e nella manualità dell’intreccio e del ricamo?
Sono convinta che non possiamo “essere” oggi se non conosciamo quello che siamo stati. La tradizione è un elemento basilare nel mio modo di creare. Una sorta di melanconia che non mi abbandona e che dona poesia ad ogni gioiello. Essa è un punto di congiunzione, una sorta di mano tesa che accoglie in sé la forza del passato e l’energia del divenire. I miei gioielli sono frutto di una tradizione artigianale antica, per ciò che riguarda l’uso di alcune tecniche, la tessitura, l’annodatura, ma è energia propensa al divenire, in quanto risultato di una mescolanza, a dosi soppesate, tra la tradizione nella tecnica e l’innovazione nel design.

L’abbiamo conosciuta in occasione della collaborazione con SCI’M, durante la sfilata Coded, a Milano. Come è nata la collaborazione con i due stilisti?
La collaborazione con SCI’M è il risultato di un reciproco sentire professionale, di una meravigliosa amicizia con Ivano Tella, Texile Designer, e Filippo Baeli, Fashion Designer, fondatori di SCI’M, un brand dallo stile unico, dove ricercatezza, raffinatezza e naturalità, sono costanti.

Quali sono i prossimi passi di Que Moi Ici? La vedremo ancora a Milano?
Le evoluzioni sono parte integrante di una costante crescita. Abbiamo molti progetti in cantiere, come la nuova collezione F/W 15 ,tutta da scoprire, di borse molto particolari. Sicuramente rivedrete Que Moi Ici a Milano con in valigia delle chicche tutte da scoprire.

 

MC

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