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Trattato sul bello parte 2°: Gianni Tolentino

Una dimensione parallela del mondo della moda: Gianni Tolentino e l’arte del bello.

 

 
Temi controversi e sempre presenti nelle mie dissertazioni, il Bello, l’Arte e l’Estetica. Il Maestro Gianni Tolentino è l’indiscutibile esponente di un genio creativo ormai sempre più raro, fonte di quel celebre pathos che si fa legame tra tempi dimenticati e presenti declinati, futuri giocosi che trasudano di nostalgici valori; femminilità, eleganza… stati dell’anima che anelano all’onirico, vi si perdono e dentro a quella dimensione riscoprono il mondo privo di catene. Legami forti con il materico ed il passato, storia e racconti che sanno trasformarsi nella narrazione della cultura. Una dimensione del Bello che trova, nel passaggio riflessivo e concettuale, il profondo fil rouge con il mondo creativo. L’astrazione del concetto stesso, linee e forme che si deducono in fit, silhouettes, portali con il mondo delle idee. Una profezia che predice un determinismo privo di compromessi “aut…aut” dello stile che non può che disciplinare i misteri del Bello. Motivi floreali che si esprimono con divine ricerche, ninfe che scavano attraverso movimenti di petali rappresentati dai volumi, pennellate audaci che raccontano il sapere di un grande artista, ed infine ricami che di nuovo raccontano l’intimo essere della donna, attraverso il profumo della femminilità e la sensualità delle sue forme: intuitive, seducenti per diventare, talvolta, ieratiche. Una scuola d’arte che deve per forza far sognare con l’ultimo passo della purezza, l’abito da sposa, che torna a raccontare tutto il percorso del passaggio romantico da bocciolo a fiore austero.
 

 
Quel percorso di pollini e profumi che spargono desiderio lungo la prima vera romantica passerella: le nozze. Suonano le gioie della vita, ed in esse le tristezze passate diventano solo eco di fastosi ricami, preziose memorie ecclissate dal sogno di un momento. Una marcia, verso la matura destinazione ove Venere diede fuoco alle anime umane. Sensuale racconto che musica divenne con le parole che Andrea Benelli compose nel core mio durante il suo concerto che quivi riporto a chiusa di un emozione d’altri tempi: sfila Gianni Tolentino.
 
 
 
 
 
 

“Spargi il tuo pianto sulle onde dell’animo mio

Quivi dirompente travolgi la natura mia

Accarezzi il mio cuore solleticando il suo desio e di sogni imbevi il colore vermiglio dell’amore

Iscriviti solitudine su tappeti ove calpesto la mia anima

Ivi struggo trame e orditi di emozioni che calorose daranno vita al percorso gioioso del futuro altrui”

 
 

 

 

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