Fondazione Prada: l’architettura di Rem Koolhaas al servizio dell’arte della moda
Per la realizzazione della nuova sede della Fondazione Prada, Miuccia Prada non poteva che scegliere di avvalersi della collaborazione ormai più che decennale con l’archistar Rem Koolhaas.
Una lunga amicizia lega la musa della moda mondiale Miuccia Prada e l’archistar e premio Pritzker Rem Koolhaas; amicizia che fin dal 2000 si è tradotta in una stretta collaborazione che ha portato Koolhaas e OMA, lo studio da lui fondato, a diventare quello che può definirsi come “architetto di bandiera” della rinomata maison. Koolhaas ha infatti progettato gli stores di Prada in giro per il mondo, oltre ad essersi spesso occupato degli allestimenti non solo di mostre ed esposizioni, ma anche di diverse passerelle e ha perfino curato la grafica di alcuni lookbooks.
Questa proficua collaborazione culmina con il progetto della nuova sede della Fondazione Prada a Milano, un’opera imponente che si sviluppa su una superficie di quasi 19000 metri quadrati, in un’area occupata da una vecchia distilleria risalente al 1910 da tempo dismessa.
Filo conduttore del progetto, che mira ad espandere il repertorio delle tipologie spaziali destinate all’esposizione di qualunque forma d’arte, è il dialogo fra le vecchie strutture riconvertite e le nuove costruzioni, vecchio e nuovo non si contrastano, ma si confrontano e confondono in un fluire continuo dall’uno all’altro, un gioco di volumi e di dettagli che passo dopo passo costringono l’occhio a cercare similitudini e discordanze. Gli edifici si sviluppano intorno ad un cortile centrale, attraversato da due assi visivi perfettamente perpendicolari, ma questa razionalità dal sapore antico è soltanto apparente, i nuovi edifici che attraversano il cortile costringono a percorsi asimmetrici e decentrati, regalando un nuovo dinamismo a quel rigore statico.
Il dialogo continua anche tra le finiture, dalle più austere a quelle più appariscenti; il semplice intonaco si arricchisce di dettagli di colore che scandiscono il ritmo delle facciate, le superfici vetrate vengono incorniciate dalla schiuma di alluminio e nulla passa in secondo piano, neppure se accostato alla Haunted House completamente rivestita di foglia d’oro; su tutto questo svetterà la Torre, manifesto di un modernismo decostruito, imponente e massiccia nella sua struttura ma eterea e gentile nel suo biancore, una torre d’avorio che funge da monito e da invito, un rifugio per la mente che vuole evadere e scappare sempre più in alto ma dalle fondamenta saldamente piantate a terra.
MGD
CORNICI by TISCI
Non bisogna limitarsi al guardare. Dietro ad ogni oggetto, per quanto in apparenza decadente, vi può esser una forma di bellezza e di arte che solo l’occhio vigile del genio è in grado di apprezzare con la sua intuizione e fantasia. In questa capacità di trasformare la potenza del guardare nell’atto dell’osservare si cela la grande sfida della creatività contemporanea e con essa la vera ricerca di un’etica nell’estetico. Bisogna riflettere su quale opportunità tali menti offrono al genere umano, arricchendo di costante bellezza la superiorità dell’intelletto generale. Un rudere che diventa Fondazione Prada, un cencio che diventa parte di una nuova idea di Moda, etc.
Un taglio con la realtà che si identifica tanto nella sinuosità del classicismo, quanto nell’azzardata pennellata impressionista, per darsi geometrica costituzione nelle realtà artistiche del novecento; un ciclo che si riprende ogni volta da punti diversi in ogni corrente moderna, per tradurre ed interpretare: non solo guardare bensì osservare.
Photographs by Bas Princen, courtesy of Fondazione Prada
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