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Studio Roosegaarde: il sentiero di Van Gogh

Fra i vari progetti messi in campo in tutto il mondo per celebrare i 125 anni dalla morte di Vincent Van Gogh, quello commissionato dal comune di Nuenen allo Studio Roosegaarde, è sicuramente il più poetico ed originale, nonché un esempio di ecosostenibilità.

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Ci troviamo nel Brabante Settentrionale, regione olandese natia di Van Gogh, su un sentiero che spesso il pittore era uso percorrere in bicicletta. L’idea di partenza è talmente semplice da risultare magnificamente disarmante: ricreare, proprio su quel sentiero, il cielo della celeberrima “Notte stellata”. Tutto il resto è poesia allo stato puro, o tecno-poesia come ama definirla Daan Roosegaarde, fondatore dell’omonimo studio; 50.000 sassolini, rivestiti di una speciale vernice fosforescente, che accumulano luce durante il giorno e la rilasciano durante tutta la notte, coadiuvati da un’illuminazione a led, per garantire luminosità sufficiente anche in quelle giornate uggiose nelle quali la luce solare non è sufficiente.

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Il risultato è mozzafiato. Partendo dalla “Notte stellata”, notte tragica ed inquieta, notte vista da dietro le sbarre dell’ospedale psichiatrico nel quale Van Gogh si trovava nel 1889, una di quelle notti insonni nelle quali tutto sembra più cupo di quanto in realtà non sia, Roosegaarde crea un mondo altro. La strada, immagine simbolicamente fortissima da sempre, che rappresenta il divenire e che richiama tutta la poetica insita nel concetto di viaggio, si arricchisce di calma ed immanenza, senza perdere la dinamicità che la contraddistingue; diventa un’entità eterea, la cui meta è ignota, un percorso infinito alla scoperta di se stessi, ma al contempo un luogo fisso nello spazio, romantico e capace di infondere calma e serenità.

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Questo progetto è l’esemplificazione di come l’arte non debba necessariamente partire da complicate astrazioni cognitive, ma possa ancora nascere da concetti semplici ed essenziali. L’arte non è appannaggio esclusivo di un pittore o di uno scultore, ma soprattutto arte e tecnologia non si escludono vicendevolmente a priori. Qualunque cosa capace di generare emozioni, negli animi abbastanza sensibili e avvezzi a provarle, è arte. Anche una cosa tanto banale, quanto apparentemente può essere l’illuminazione di una pista ciclabile, può diventare opera d’arte.

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CORNICI by TISCI

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Dietro alla genialità che scaturì dall’acuto padiglione auricolare del pittore, si immaginano strade che vanno lontano, simboliche vie aperte dalla mente che si tramutano in visuali gingilli di vanità ed estetica gratitudine dell’esistere. Realizzare opere d’arte, come disse la grande Lai, vuol dire anche e soprattutto renderle parti del pubblico, fruitore e spettatore della meraviglia, che nei loro occhi, diventa stupore del cuore. Segnato così nel profondo per la vita.

 
PH CREDITS: Studio Roosegaarde
 

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