Genny e il profumo dell’orchidea
Il silenzioso rumore, che arriva dai vibranti colori dei petali, la rendono talmente magica che l’orchidea non ha bisogno di un vero profumo per farsi notare. Ti giri a sentire la sua estetica, rapito da quell’architettura che sa di perfezione degna di madre natura. Genny esplora, nella sua collezione donna, la ricerca di questa innata grazia maestosa.
Un tripudio di colori ispirati alla natura, le forme che ridefiniscono il profumo dell’orchidea dandogli il sapore di un seno avvolgente, il movimento di un petalo appena scosso dalla brezza che trasluce, lasciando la femminilità emergere con la delicatezza con la quale la rugiada bagnerebbe le verdi foglie.
Verde che rimane nella palette scelta, insieme alle sfumature del rosa cipria, azzurro e salmone trovando radice sul profondo bianco che fa da sfondo aureo. Aureo evocativo del potere mistico della natura che sprigiona la sua perfetta energia, mentre lo sfondo dell’opera monumentale di Marc Quinn, crea il trait d’union tra il mondo effimero delle idee e dell’arte e la materia plastica delle vesti sulla passerella. Cenni della medesima dialettica si declinano nella gioielleria che incornicia i volti delle modelle come i petali il pistillo.
La bellezza della donna passa, secondo Genny, anche attraverso interpretazioni del guardaroba maschile che segnano la volontà di discutere della perfezione della natura, passando dalle icone di uno stile trasversale che esalta per forme e colori la femminilità con eccentrici dettagli ispirati ai volumi inconfondibili dell’orchidea.
Eppure, nella sua perfezione, l’orchidea sa di non essere profumata come la rosa damascena, sa di essere perfetta perché imperfetta, irrazionalmente inodore, ma maestosa detentrice di un fascino austero e sensuale. La sua imperfezione la rende poetica, una miscela che surclassa i sensi creando il mix più imponente; il suo immaginifico profumo, un’idea che si sogna tra le pelli e i tessuti, tra le fibre dello chiffon e il pizzo Chantilly.
Alchemica curatrice della sua estetica, sprizza energia e freschezza, come il fresco Maestrale del mattino che accompagna le primavere mediterranee. Genny cattura un po’ tutta questa essenza, sprigionando una silenziosa fragranza di artistico bon ton, con quel tocco di sensualità che trasforma il grembo della Dea Madre nel frutto proibito il cui desio sogna la scoperta di questo suo nuovo archetipo.
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