Pitti 108: Pioneer ed AMREF, la fiaba del fanciullo ed il mare
Curioso come il Pitti 108 e tutti i suoi predecessori siano in grado di regalare scoperte inedite e curiosità insolite. La bellezza che sottende a questa manifestazione è la capacità che ha di portare alla luce le culture substratificate che si nascondono dietro alle eccellenze del Made in Italy.
Pioneer è una di queste realtà che, dalla sua fondazione ad oggi, si è impegnata per trasferire il tema della sostenibilità nell’universo del denim, con strutture sociali e costrutti che vanno al di là del semplice welfare aziendale, per dar vita ad un progetto trasversale che sia in grado di trasferire valore non solo al suo interno, ma anche nel filato che produce con cura ed attenzione, tale da renderla protagonista dell’eccellenza nel mondo. Clienti nobili e ricercati che mettono al primo posto il bisogno di qualità, ma soprattutto la qualità come espressione di un valore superiore che, in tal senso, collima nella sostenibilità a 360 gradi.
Il percorso si allarga, gli orizzonti portano inevitabilmente l’azienda a voler trasferire valore al di là dei propri confini imprenditoriali per costruire sinergie che sfociano nelle collaborazioni artistiche, nel design di interni e nella gioielleria con Pianegonda come protagonista. Questo interesse si sintetizza con il legame tra le realtà Pioneer, Oceano OltreLuce, Pianegonda e Sturlini che, insieme ad AMREF Health Africa, strutturano collaborazioni e produzioni, non solo tessili, orientate alla sostenibilità ambientale ma soprattutto sociale.

Pioneer mette a disposizione dei partner creativi e dello stilista Adriano Goldschmied, a titolo gratuito, una tipologia di denim unica e preziosa; un filato monorigine sviluppato in Africa attraverso coltivazioni sostenibili e controllate. Il ricavato delle vendite dei progetti sarà in parte devoluto ad AMREF che potrà continuare il suo percorso di tutela della salute e delle attività sociali in tutta l’Africa.
Christian Reca, Head Designer di Pioneer Denim, racconta questa storia di collaborazioni e sinergie con la luce della passione negli occhi e trasmette la voglia di raccontare la storia del progetto Pioneer anche al di fuori della semplice narrazione giornalistica, soprattutto perché si sente, nella testimonianza di queste collaborazioni, il fuoco di chi crede di poter far qualcosa per cambiare il mondo e darci una speranza di esser anche noi parte di quella fiamma ardente. Si deve credere nella realtà e nel sogno altrui. Si può esser parte attiva con lo shop online, ma si può esser ancora più solidali quando questo racconto lo si condivide quotidianamente con le proprie azioni, le proprie scelte, i propri gesti e pensieri.
Mi piace dire da sempre che “ogni giorno dipingo il quadro della mia vita con la tavolozza del mio armadio”, ma forse oggi sono rimasto incantato da come il “colore denim” abbia assunto un nuovo poetico significato, un nuovo valore, una nuova sfumatura di colore. Quella sfumatura che mi porterà a guardare e chiedermi “ma questo filato denim da chi è stato prodotto?” e quando leggerò Pioneer, saprò che oltre ad aver fatto bene alla mia assetata gola artistica, avrò anche la possibilità di raccontare a qualcuno che “non tutto è lo stesso” che ci sono differenze e che anche noi, nelle nostre piccole scelte quotidiane, possiamo fare la differenza.
È come una piccola fiaba. Un giorno un ragazzo guardò per la prima volta il mare e scoprì che le sue onde erano bianche. Eppure così tante volte la maestra a scuola gli aveva fatto disegnare quel mare col blu. Il bianco, il verde, il celeste e tutte le mille sfumature che vanno dall’acqua marina fino allo zaffiro, nessuno le aveva mai incastonate nella sua mente. Così quel fanciullo rimase ore a cercare di cogliere le sfumature di quel mare. Fu rapito però all’improvviso quando uno dei flutti si avvicinò a lui, intimorito il ragazzo si ritrasse di qualche passo e lì, sulla riva del bagnasciuga, il Flutto balzò e delicato baciò le labbra del giovane. Fu allora che il ragazzo scoprì il sapore del mare. Dapprima ne rimase stordito, chi mai avrebbe immaginato che quel blu su carta, un giorno avrebbe osato addirittura oltre che cambiar colore persino vivere e fargli provare qualsivoglia stupore. Poi il sapore iniziò a definirsi sulle sue labbra ed i suoi occhi color della sabbia si fecero scuri, bagnati dall’acqua dell’emozione. Sinceri e commossi i palpiti del cuore del ragazzo iniziarono a rasserenarsi e d’improvviso tutto prese una nuova luce, quella dell’amore del colpo di fulmine. Era stata la conoscenza, la scoperta; la consapevolezza che nella sabbia dei suoi occhi non ci sarebbe più stato l’arido terreno del preconcetto del “colore blu”, ma la voglia di guardare oltre e cercare le sfumature, la vita oltre la bianca materia, l’amore oltre la salsedine.
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