Presentazione Antonio Marras
Antonio Marras Dal sapore della nostra grande tradizione, delicatamente appoggiate sui nostri meravigliosi tappeti, statuarie ergono le sculture viventi. Avvolte dai color d’autunno, per risentir di un orizzonte al tramonto delle nostre amate pianure, dove il maestrale trasporta i profumi del corbezzolo e del mosto. Profumi che diventano colori, forme ed un emozione. Si sente -da sardo- un vibrar di ricordi di infanzia. Sotto l’albero del tempo passato, vive una collezione che, dai toni di questi colori, fa nascere una donna metropolitana, che nel suo incedere, si porta il profumo della vendemmia. Asimmetrica e floreale, decorata di tessuti imprimé, o dittegli in contrasto. Le mani coperte dal guanto, nascoste, per riparsi dalle fatiche…
“Su soli de sa terra nostra salvet s’anima mia.”
(il sole della nostra salva l’anima mia)
” commenti fazzu a dimenticare”
(Come faccio a dimenticare)
“Co’ su spiritu piccabo”
(Con lo spirito volavo)
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