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Stella Jean e l’estetica della società 3.0

Ci ha abituati alle innovazioni e alla ricerca, Stella Jean, al suo talento nel riunire in una sintesi mai netta culture differenti. Eppure, la stilista romana non smette di stupire e seguendo la scia del viaggio, lungo il tema del racconto che avvolge ogni sua collezione, ci prepara all’inverno 2016-2017 con una riflessione sulla nuova società 3.0 dove le culture s’incontrano e si mescolano, così come le razze e le carnagioni.

È così che nella meravigliosa cornice di Via Palermo, in una giornata di gelido sole, Stella Jean vuol avvolgerci nelle suggestioni della stagione che verrà riflettendo sul tema del’ibridismo culturale e dei suoi paradossi nel particolare rapporto tra identità collettiva e identità personale. Nulla è mai netto, nel mondo di Stella Jean e ogni realtà culturale può fondersi con un’altra senza lasciar più modo di distinguerne i confini. Il tutto, all’insegna di un fil rouge che viene dall’amore per il rigore del vecchio e la verve del nuovo Continente.

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Non una sfilata ma una presentazione dove, in una sorta di quadro vivente, di stanza in stanza, s’incontrano modelli mètis che interpretano il mood di una collezione dove il classico la fa da padrone nelle linee definite delle maglie e dei pantaloni, lunghi e dritti, rigorosamente a vita alta.

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Libri e carte da gioco e bastoni da passeggio e pendoli e poltrone fanno da contrasto a un gioco di antico e moderno dove si riconosce lo stile della vecchia Europa ma come se, negli stessi luoghi, vivessero persone di culture opposte che dialogano su temi comuni. Di cosa parleranno, allora, questi modelli métis, risultato di incroci culturali di cui non è impossibile indovinarne la nazionalità? Italiani, camerunesi, ucraini, tailandese, ucraini e irlandesi sotto un unico tetto culturale, pronti a vivere e insieme mescolare in un unico coro, geometrie, stili e colori. Eccoli, allora, i métis Stella Jean, sotto mantelle e poncho a coprire e dar movimento ad outfit dal taglio dritto e regolare che sbucano dai trench in cotone stampato e cappotti monopetto con manica raglan dove i colori sorprendono con sintonie cromatiche mai banali.

Ecco ancora contaminazioni e il gioco degli opposti che s’incontrano e si fondono nella collezione dell’apprezzata stilista dove il rigore delle forme viene smorzato da trame e cromatismi a sancire una nuova idea di estetica, portavoce della società 3.0.

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MC

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