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Una finestra sul Pitti

Cari spaventapasseri,

Siamo tutti colti da ansie e misteriosi giochi di pensieri e profonde incertezze su ciò che il doman ci riserva, d’altronde a maggior ragione a Firenze “del doman non v’è certezza”, ed il domani nella Fortezza da Basso chissà come sarà? Un po’ sincero, temo di riveder i soliti, le solite cose, il solito gruppo di “dandy per un giorno” che sfilano su e giù per la Fortezza, qualche eccentrico che ha deciso di buttarsi dentro l’armadio cosparso di colla e veder cosa è rimasto su per uscir di casa a prender caldo, le solite mancate professioni e mancate professionalità che trasversali coinvolgono l’universo della moda e come traverse assorbono di norma il peggio dell’umana linfa. 

In tutto questo, cari miei spaventati spaventosi spaventapasseri, non perdiamo l’entusiasmo ed anzi facciamoci inebriare da quegli odori che sol Firenze può dedicare ai suoi visitatori, quel brivido che scorre lungo la schiena quando si passeggia per la Fortezza affamati di Pitti, delle sue curiosità e di tutto il suo mistico vociare, tra sete, organze, gilet e giacche, pavoni e oche.

Eppure, come vi dicevo, PItti è una grande e gloriosa emozione. Ogni volta che si entra tra quelle mura un sospiro, un attimo di pausa a guardar i colori e pensare a cosa ci si dovrà aspettare da quella singolare arena. I vari gladiatori attendono il loro turno tra fotografi e telecamere. Sapete, ha un enorme valore psicologico entrare al Pitti, è una prova di stile, gusto e ricercatezza. Sarò all’altezza di quel palcoscenico? Penso sia la medesima emozione che prova un ballerino che calca il palco importante prima di esibirsi e non bastano anni e lustri di esperienze che l’emozione intatta ti fa vibrare ancora la coda come la prima volta.

Il Pitti è quell’emozione, il mettersi in gioco ed alla prova. Non tanto per il giudizio altrui di cui tutti comunque siamo succubi, quanto per se stessi, confrontarsi inconsciamente con il proprio universo stilistico ed artistico. Sì miei cari, illudersi che la moda sia solo superfice è gretto e limitato. La Moda è una parte di noi stessi, è linguaggio materico e simbolico, una narrazione lunga fatta di esperienza, sogni, desideri. Comunque miei cari lettori, fate bene a spaventarvi: Non so cosa mettermi?! Disperazione e traggedia (doppia g enfatica), ma sono certo di una cosa, qualsiasi look io scelga sarà il mio modo di salutare la grandezza di Firenze e celebrare la gioia finalmente rinnovata di visitare il Pitti. 

Cip Cip cari fringuelli.

Image Credits: AKAstudio-collective

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