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#fashionexpress – #MFW: Le Salon des Art di Antonio Marras

Attraverso il racconto della storia di Amedeo Modigliani, quella di Parigi e della Sardegna del giovane artista toscano, dietro l’idea di un incontro tra arti visive e poesie. Così, distrattamente, si compone l’allure, lo charme e la visione del mondo, sotto gli occhi di un artista e di una grande genialità che condivise il grande genio con i geni del ‘900… un segreto desiderio di contaminazione, forse un appello alle arti di oggi affinché si uniscano in quell’atelier, in quei caffè parigini, ricordando le miniere scure del mondo ignorante scavato e legato alla sua caverna.

Curioso come quest’appello, urlato da attori su testi di lettere di Modigliani, vada a toccar le spese orecchie di chi non ha neppure la curiosità di leggere la storia di Efuxieddu… chissà quante volte nelle sue cuciture ed installazioni, nelle sovrapposizioni di stili e nelle trasparenze, nelle acconciature e negli sguardi vitrei del pubblico, c’è il riflesso di quella poesia, di quell’arte. Ahimè “ça ira” gridiamo, gridiamo che prima o poi i geni veri torneranno sul mondo, il loro sangue, versato sulle tele e sugli inchiostri, arriverà di nuovo a far versare le lacrime dello sgomento sulla gente; stupire, ecco in parte la missione dell’arte, non ridursi a “borghesi speziali” che privi di fervida immaginazione si chiudono dentro alle loro tristi botteghe. L’atelier di Antonio Marras grida vendetta al popolo della moda, grida forse all’incubo di tornar sogno… veste quadri di purezza in una chiave d’arte che si ri-racconta, mescolata ed eterogenea e, nelle sue difficili declinazioni, incomprensibile alle menti anelastiche. Ognuno di voi dovrebbe vivere una porzione di questa follia, di questa rinnovata belle epoque su tessuto, idealizzar se stessi come il proprio passato, “ça ira” e sarà futuro.

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