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#fashionexpress: #MMD Grinko

Apre al mondo della moda un tema caldo, purtroppo sempre attuale: la violenza, la violenza verso il genere umano e le donne. Diventa, questa difficile battaglia, la rivendicazione di una verità condivisa, un impegno nei confronti del magico mondo della moda a non esser solo estetica matura, ma anche responsabile e baluardo di ideali importanti.

 

 
Tutto passa dalla interpretazione volumetrica tipicamente over di Grinko per ripercuotersi in scritte chiare e leggibili; ma ovviamente ciò non basta, i colori e le asimmetrie spezzano, come i cuori di chi ha subito abusi, l’armonia di un’anima, le catene della violenza diventano nastri e strappi, frange, sfrangiate come i cuori di chi legato in Stoccolma è prigioniero di se stesso e degli altri. Ma tutto ha luce, una voglia di respirare, di trovare nel movimento e nelle fluttuanti leggerezze “quel punto di luce nel quadro nero”, è con questo aforisma che il Rembrandt della moda, Grinko, illumina la donna della speranza di esser scultura amata e venerata, Era immortale consacrata alla bellezza e alla purezza, accompagnata da un uomo che lavora alla modernità della di lei figura. È per questi temi e questa espressività che mi chiedo dove sia la moda blasonata, quella dei flash e dei selfie, quando bisogna rimboccarsi davvero le maniche e riempir foglie e parole con la forza dell’arte, di un’idea dell’amore. I selfie potrebbero raccontar anche questo: un grande tema raccontato da un grande genio.

Chapeaux e standing ovation.
 

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