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Trattato sul bello: Venusia di Carla Sorrenti

Carla Sorrenti è una giovane designer italiana che, con la sua arte, ha soddisfatto il mio gusto per il bello. Venusia è espressione di un Made in Italy che ha elevato i miei canoni di riferimento.

Il mio legame con la bellezza è noto, il legame con il mito, sia esso greco o latino, ed anche il mistico legame con l’occulto, l’esoterico meccanismo della creazione, che diventa disciplina e metodo tangibile nelle opere d’arte. Dietro alla moda vedo queste contaminazioni filosofiche ed è in questa anomala teocrazia che scovo e disciplino i meccanismi onirici del Bello. Tali ricerche furono il soggetto di illustri geni del pensiero: Aristotele, Pitagora e tutti i grandi della storia della filosofia. Pitagora cercava, tra le altre cose, una dimensione armonica del tutto, tanto lui nei numeri quanto poi Mozart nella musica; una geometria precisa che insiste sul mondo, decifrando i suoi imperfetti misteri, rendendoli magicamente perfetti.
 

 
Carla Sorrenti si eleva a sacerdotessa del Bello, miscelando in una borsa l’essenza della mia premessa. Geometrica nella forma, teocratica nel concetto, estetica nel gusto. La borsa Venusia, diventa la sintesi hegeliana di un percorso storico, culturale ed introspettivo di una brillante mente creativa. La versatilità della borsa, unita alla sua praticità ne fanno un must have che sarà oggetto tanto del desiderio altrui quanto del mio personale. Ciò che è bello non necessita di alcuna profonda spiegazione, poiché la sua stessa natura colpisce, intimamente, la limbica dimensione del nostro cervello. Quella chimica produzione di ossitocina che, in qualità di ormone “dell’amore”, trasferisce ai sensi il gusto estremo di toccare con mano l’emozione del Bello.
Venere, una delle fonti di ispirazione di Venusia, rinasce dalle acque del mediterraneo, quelle stesse acque che bagnano i lidi natali di Carla Sorrenti, in quella Magna Grecia culla di innata cultura. Venere, dea dell’amore e simbolo della Bellezza, rinasce, ancora una volta, nella geometrica definizione del canone estetico espresso in Venusia, rinasce per i sensi, portatori di amore e accordatori dell’armonia del Bello, rinasce alla vista poiché in quanto geometrica è perfetta, rinasce al tatto, in quanto il pregio della fattura ne esalta i legami sensoriali con l’arte del Made in Italy, rinasce all’olfatto con il profumo unico del cuoio e dei lussuosi materiali, rinasce al gusto poiché il possesso del Bello è sale della vita.
 

 
La nobiltà, l’araldica ispirazione che trova culla in Venusia, diventa corpo mistico di una tradizione di eleganza e discrezione, un dettaglio prezioso che come sigillo, araldico appunto, diventa elemento distintivo di un’appartenenza, ormai remota identità, che fa dei nobili artisti contemporanei, il vessillo di etica che contraddistingue l’incedere sul mondo e che diventa legge morale del quale l’oggetto diventa manifesto e bandiera. Il potere, quasi magico, di una consapevolezza che trasforma un oggetto in armatura, in fierezza, in orgoglio e che difende i nostri valori nel perverso quotidiano.
Tali dimensioni del Bello e della Moda sono rare e fanno giubilo al mio occhio, quello mistico ed esoterico che sfida l’apparire per trovar anche in esso l’essenza e l’Essere.
Vale la pena pensare alla Moda? Vale la pena dedicare alla Moda ed ad una borsa tali pensieri e tali parole? Ovviamente chiunque non trovi queste domande retoriche ha la percezione che il Bello non faccia parte della sua vita. Che il farsi la barba la mattina, oppure scegliere un profumo piuttosto che una macchina od uno sport, non sia parte di un processo simbolico del quale la Moda non è altro che la dicitura commerciale, ma spero che con queste mie parole vi possiate render conto di quanto il Bello e la sua figlia Moda siano in realtà il simbolo di voi stessi che portate ogni giorno davanti allo specchio del mondo.
 

 

Qui in queste righe unte dal profumo del mare
nacque la tua oscura dimensione.
Bello se fossi tu parte delle mie vene
reggeresti il corpo con ricami e fiori
Neri e purpurei
Nel mio cuore dimoreresti
e faresti del mio animato calice
il fuoco ardente dell’anima
il luogo sacro in cui architetture e maestosi templi
sorgono forti e sapienti
Ivi spero di trovar riposo
l’intelletto trasferisca la sua fonte in acque chete
che facciano del mio core
loco da cui vergine possa nascere
Venere

 

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