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Memorie dal Pitti 91: Paltò e la teoria del cappotto

Allorquando ci si accinge, nell’invernal stagione, in quel loco fiorentino, la Fortezza da Basso, ove Pitti si celebra, nulla diventa più “dressable” di un soprabito. Ciò chiama a mente Paltò, vengo e mi spiego.

Durante il Pitti si cerca di celebrare il gusto maschile, talvolta ardua missione per i modelli che passeggiano lungo il cortile della fortezza. A color che non fosse noto, il 95% dello streetstyle del Pitti non coincide con l’incontro di medesimo omo in medesima veste in non medesimo loco. Fatto ciò e chiarito il punto, siam pronti a dissertare sul tema cappotto e per qual motivo cito codesto brand.
 

 
Pare semplice oggi metter la parola dandy vicino ad un cappotto rosso fuoco ed un cappello blu o soprabito verde smeraldo e cappello viola. A noi il colore signori ed a noi i fit, le trame ed i giochi di stile; venghino nel grande circo di questa moda ogni sorta di proposta e di follia che vive e respira in quel quadrilatero cinto da mura. Eppure la grande illusione che i maledetti patiscono è quella della strada della realtà che circonda l’animo che sopporta il riso e lo scherno, l’ammirazione e lo stupore. Non sono solo colori e forme, sono tessuti che vengono da viaggi nel tempo dall’attraversar trasversale dell’oggi, ieri e domani. In questo il dandy vede una pipa colorata come indispensabile ed un cappotto in check come inconfondibile atto celebrativo della sua essenza. Paltò presenta due linee che si distinguono dal dettaglio sulla manica, il gobbo, un porta fortuna antico come il mondo, quella fortuna che premia gli audaci, coloro che si distinguono per il loro carattere, non quello che gli altri hanno voglia di fargli raccontare.
 

 
É inutile dire che in fondo tutto si riduce ad un’alchimia, in magia che mixa la propria natura con i dettagli della moda. In questa alchimia si dirime l’incantesimo della storia dell’eleganza che, attraverso un’icona di stile italiano, Marcello Mastroianni, racconta la contemporaneità ed un’interpretazione che di essa si fa nei tempi moderni. Ricerca di materiali, unitamente allo studio di archivi d’epoca, hanno ispirato la missione di Paltò nel tradurre la vestibilità maschile come icona di quell’unicità che caratterizza il Made in Italy. Tutto diventa rappresentazione della nostra italianità sinonimo di sartoriale, sinonimo di qualità, sinonimo di un gusto che pur facendo parte della quotidianità, diventa moda fuori da ogni tempo.
 

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