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MFW: Alberto Zambelli tra i giardini di Versailles

L’inconfondibile capacità di Alberto Zambelli di trasformare il concetto di seduzione in moda, arte e poesia.

 
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Trasparenze, nudi come sovrana, austero erotismo; rosso, bianco optical per il candore porcellaneo, cristalli e rugiade di giardini esotici ispirati tanto all’oriente quanto alla romantica Versailles. L’immagine divina della bellezza femminile che nel suo minimalismo formale raggiunge l’apogeo dell’eleganza barocca, frutto di un amor per il bel vivere. Caos nell’ordine, semplicità nella complessità di un’architettura barocca che riesce grazie alla matita di Alberto Zambelli a diventare poesia aulica della filosofia Minimal.
 
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“L’heure” ricama il tempo, quello infinito sui cui prati sbocciano le seduzioni, le brillanti intuizioni che si colorano poi di vermigli, bronzi e essenziali bianchi e neri, come lo sguardo malizioso di una perlacea sovrana tra frasche giocose, ove vite e storie umane hanno bagnato del fluido vitale vermiglio fronde e petali. Lì dove carni, corpi hanno giaciuto in contemplaZione del meridio o lì dove si esalarono gli ultimi respiri. L’infinito incontro, il suo piccolo paradigma: il tempo lo imbusta, lo plasma fluidamente e con esso dà l’ultima vera grande lettura della vita, la gioia dell’ingenua sensualità femminile; Casta Diva che respira argentee note e pura essenza.
 

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