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Porto Rafael: La piccola perla della Costa Smeralda

Porto Rafael: La piccola perla della Costa Smeralda Settembre 7, 2015Life Style0 Comments

“È l’unica perla che non avrò mai nel mio scrigno”. Così l’ha sempre descritta Karim Agakan, fondatore della nota Porto Cervo. Porto Rafael è nata così: “Sognare è Vivere”.

Oggi vi voglio raccontare una storia, piccoli ricordi fatti di narrazioni di vecchi amici e di grandi attimi vissuti nel cuore del mediterraneo, a Porto Rafael. Una perla nata dal genio del Conte Rafael Neville di Berlanga, nobile spagnolo che negli anni 60 si innamorò di quel piccolo scorcio tra terra e mare, lì la visione del GattoVolpa, gli fece immaginare quello che sarebbe diventato il fulcro della vita mondana del ventennio successivo. Lì hanno passeggiato le teste coronate del mondo, i grandi V.I.P. , quelli importanti per davvero. Rafael con la sua foga ed energia è stato il grande P.R. della seconda metà del ‘900 e se oggi quest’isola e le sue spiagge sono conosciute nel mondo lo si deve a lui e a Porto Rafael.

Vi racconterò questo sogno, che lui amava definire nel suo motto ed aforisma, simbolo delle generazioni che hanno calpestato quella piazzetta: “Sognare è Vivere”. Non mi stancherò mai di raccontare quello stile di vita unico ed irripetibile, quell’esser signore anche sul letto di morte. Ogni volta che la sua mano ha stretto la mia, nei ricordi di un uomo che ho avuto la fortuna di incontrare, nella mia memoria di bimbo ha lasciato il ricordo indelebile della gioia di vivere. La grandezza si può misurare con tanti parametri, ma quella segnata da arte, eleganza e classe rappresenta il vero e unico grande segno distintivo.

: ME @PORTORAFAEL

: ME @PORTORAFAEL

Lui era tutto questo; dentro alle vecchie mura del Gattovolpa, discoteca e teatro di Porto Rafael, viveva nelle feste con fiumi di champagne, ormai ricordo di pochi eletti. Oggi la movida si è spostata più a sud, Porto Cervo e Porto Rotondo la fanno da padroni. Una nuova generazione di VIP ha preso il posto di quelli di una volta, normale amministrazione, e Porto Rafael si è congelata, è ancora lì in attesa che quella classe ritorni a calpestar la sua piazzetta e a bere i suoi Mojito. Tutti fermi lì… aspettiamo il ritorno di una grande voglia di vivere, di quell’anima che di nuovo griderà: “Sognare è Vivere”.

“Il Tempo si infrange
come l’onde sulla battigia e lì ferma
seppure in movimento
ogni granello si fa accarezzar dal vento.
Due putti mori
presi per mano
riposan le ali
scritti sul segno del loro lamento
guardan il cemento
bianco, snello
che per lungo tempo il vento gli ha dato tormento
e lor che son figli di quel cemento
e nel suo candor hanno scoperto il vento
piangon la morte del primo maestro
Furono piccoli putti mori
presi per mano e con gli occhioni
colmi di sogni ed illusioni
che scoprirono esser fatue visoni
giocate al sole di mille estati
iscritti all’ombra di calende andate
sui loro visi si segna il sogno di un sognar vivendo
nelle ali mille piume
candide, come cementi e smalti
lascian lì fermi i tempi
segnati su solchi facciali
giocan ancor presi per mano
i putti mori
soavi e germi di grano
leggeri bimbi
putti mori che sembran grigi
vedon sempre quel cemento
e scorrono ancor il loro momento
segno sogno che segna il sogno
magno gaudio del crescendo
che mai più ha visto il tempo
Sabbia fina che ti raccogli
umida viva e mai più in cima
sprofondi nel mare
per sembrar tutta uguale
gene di una piazzetta che pare sia tutta ferma
nelle rughe e nelle ali
di quei due putti mori
presi non più per mano.
Salgon stranieri
villani
ed alla calata lanzichenecca vedo solo le forme delle loro gesta
Qui riposan angeli
diavoli che si miran nei
due putti mori
forse di nuovo presi per mano
Oh vento di maestrale
tu che sconvolgi ogni roccia, pietra e mare
dai alla piazzetta la sua memoria ancestrale
ricordo vivo dei
due putti mori che speran un domani di prendersi a nuovo per mano
Giocati dal tempo
su ogni granello
scalfiti dal tempo
su ogni capello
non più moro ma bianco come cemento.”